Chi l’avrebbe mai detto, eh? In passato, più queste date erano vicine, maggiore era il mio nervosismo. Da quando sono all’estero, questa poca voglia di celebrazioni è cambiata e non vedo l’ora di tornare a Sabadell per condividere racconti ed esperienze con amici e parenti. Quando sei lontano, le percezioni cambiano, e tutte quelle cose che magari un giorno sembravano banali e noiose si rivelano addirittura fondamentali.
Quest’anno parto da Bologna il 21 pomeriggio per arrivare nella mia città entro le otto di sera, quando i seggi chiuderanno. Quel venerdì ci saranno elezioni nella Catalogna, sicuramente le più decisive degli ultimi anni. Oggi, però, non voglio sporcare queste righe di politica, né irritarmi con tutte le menzogne che si diffondono in campagna elettorale. Perché, credetemi, FA VERAMENTE SCHIFO.
A dire la verità, dacché sono partito per la Nuova Zelanda, il rapporto con la mia terra e la mia famiglia è cambiato assai, in positivo. Come tutti, ho avuto problemi a casa, sicuramente aggravati da una separazione coniugale non tanto amichevole. Però, col tempo e, sopratutto, con la distanza, tutto ciò che barcollava sembra che si sia sistemato.
Quando torno a casa, in aereo, e, dall’alto, vedo Barcellona, mi si riempe il petto d’orgoglio e ringrazio alla fortuna il regalo di essere catalano e di essere nato in questa terra così gentile e accogliente. Adesso, mi godo riaprire la mia vecchia stanza e rivedere tutta la mia roba che custodisce la tranquillità del mio spazio ormai abbandonato. Se prima quelle pareti mi tagliavano le ali, al presente mi aiutano a riposarmi e a riprendermi della fatica accumulata in tutti i campi.
Siamo già a dicembre, e con sé arriva il Natale e il mio compleanno. Sono contento di sapere che nella Catalogna ci sarà gente aspettandomi, pronta a condividere con me il caldo di un abbraccio. Sapete che per me vivere all’estero è una sorta di stupefacente che soddisfa la mia curiosità e la mia voglia d’imparare. E siete già a conoscenza delle virtù di tale esperienza.
Vorrei sottolineare il fatto che la distanza ti aiuta a valorizzare quello che hai e che hai avuto. Come dicevo, qualche anno fa, le serate in famiglia erano una tortura. Adesso, invece, (senza esagerare) mi piacciono queste riunioni, per ritornare, anche se fugacemente, alle origini dove tutto cominciò. Dove sono cresciuto. E dove si sono alzate le fondamenta dell’essere umano che sono oggi.
Non abitare più vicino alla mia gente mi ha permesso di relativizzare tutto quello che detestavo e accettare modi di fare per me lontani da comprendere. Per tutto ciò, il Natale non è più un disturbo, anzi, una scusa per ricordare che nel sud d’Europa, nella riva del Mediterraneo, ho ancora una vita. Una vita che, nonostante rinunciata temporaneamente, è felice di entrare in scena in qualsiasi festività speciale.
Salute, pace e democrazia.